Una ordinanza del MIUR mette fine all’invereconda pratica delle abilitazioni facili per chi non ha seguito un corso di studi specifico, statale o regionale.
Solo nei giorni scorsi siamo venuti a conoscenza dell’ordinanza ministeriale n. 248 del 6 agosto 2021, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 16 novembre 2021. L’ordinanza del ministro dell’istruzione intende mettere precise regole di comportamento nello “svolgimento dell’esame di abilitazione all’esercizio delle arti ausiliarie delle professioni sanitarie di Ottico e Odontotecnico”.
Per valutare appieno il valore di questa nuova ordinanza del MIUR occorre riandare con la memoria all’estate del 2016, quando la senatrice Stefania Giannini, allora ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, emise l’ordinanza n. 457 del 15 giugno 2016. Con tale atto si favoriva di fatto l’accesso all’esame di abilitazione dell’arte ausiliaria sanitaria di ottico, in qualità di privatisti, a quelle persone che potevano dimostrare di aver lavorato nel settore per un certo periodo. Veniva infatti aggirata la condizione essenziale fino a quel momento: che il candidato avesse la maturità ottica, ovvero che avesse studiato l’ottica; ma anche l’anatomia e la fisiologia oculari, l’optometria, le lenti a contatto, la misura della refrazione oculare, le lenti da occhiali, la fisica della radiazione ottica, la chimica applicata ai materiali per montature per lenti oftalmiche per lenti a contatto e soluzioni, insomma tutto ciò che fa parte del bagaglio di conoscenze che sono indispensabili per la formazione di un professionista che si deve prendere cura dei difetti e dei disturbi visivi di miopi e presbiti e che ha l’onore ma anche l’onere di essere l’esperto di riferimento sulla qualità degli ausili e dei dispositivi ottici per la correzione della vista. Con quell’ordinanza non importava più aver studiato, bastava aver lavorato, ovviamente non come ottico, in un qualsiasi negozio di ottica. Pensate bene: un’ordinanza del Ministero dell’istruzione che nega l’importanza dell’istruzione, e quindi nega l’importanza dell’esistenza di sé stesso. Complimenti.
Oggi la nuova ordinanza del ministro Patrizio Bianchi rimette le cose a posto: l’accesso all’esame di abilitazione sarà concesso solo a coloro che potranno dimostrare di avere fatto un percorso formativo che possa garantire l’acquisizione di precise conoscenze e competenze che in casi specifici dovranno anche essere dimostrate da parte dei candidati. L’azione di sensibilizzazione delle parti politiche e istituzionali intrapresa qualche anno fa da alcuni istituti di formazione professionale, tra i quali IRSOO, da Federottica, da Sopti e dalle scuole statali di ottica organizzate in rete, ha dato inopinatamente i suoi frutti. Una citazione di merito va al ministro Bianchi, che con questa ordinanza sottolinea l’importanza dell’istruzione e nel caso specifico porta beneficio alla dignità del titolo di “Abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria della professione sanitaria di Ottico”, come riportato nell’ordinanza stessa.
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