Al di là delle atmosfere "fluttuanti" e del poetico stupore alla Peynet, le figure di Francesco Nesi (1952, San Casciano Val di Pesa, Firenze) sono meno leggere di quel che sembra. Una passione coltivata senza clamore fin da bambino, un'ironia innata e il piacere di osservare: ecco la misura attraverso cui l'artista toscano interpreta le sue visioni. Il suo surrealismo non è di "bottega", ma di derivazione interiore, quasi suggerito dalle forme stesse. Mantenere la presa emotiva sugli aspetti della realtà, significa comunque esporsi al vento di ciò che, appena visto, è già passato, e certo la pittura di Nesi non è esente da un velo di malinconia che lo sguardo porta con sé dopo aver carezzato le cose senza poterle trattenere. Di formazione autodidatta, l'autore ha intrapreso l'attività espositiva solo all'inizio degli anni Novanta, dopo aver vinto, nell'85, il Premio Bargellini e aver poi ottenuto una personale alla Biblioteca Nazionale di Firenze. All'inizio, le collettive: a Firenze (Stazione Leopolda), Grosseto, Volterra (Galleria Centrale), Venturina (Etruriarte). In seguito, le personali: a Ferrara (Galleria Lido degli Estensi) e a Firenze (Hotel Balestri, Hotel Park Palace). La sua città lo ha visto presente anche all'Associazione G. Battista, all'ex convento della Leopoldina, e poi protagonista all'Hotel Excelsior e all'Hotel Bristol. Nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio ha ricevuto il Premio per la pittura del Fiorino d'Oro. Nella penisola italiana molte città lo hanno ospitato con mostre collettive e personali; da Vigevano a Ferrara e poi Brescia, Parma, Lucca, Bari, Mantova, il Palazzo Barberini a Roma, solo per citarne alcune. Il XX secolo si chiude per Nesi con un attivo di svariate mostre e partecipazioni, tra cui la Fiera di Vicenza, 1'Art Expo di New York, la Fiera di Strasburgo, la Fiera di Padova, nonché le rassegne personali al Castello di Murlo (Siena), alla Galleria Fantasio e Joe (Lucca), alla Forum Interart (Roma). In Europa a Monaco e alla Fisher di Minden (Germania), in Francia a Parigi (Salon Violette, 2001), a Cap d'Antibes, a Chaumont. Degli ultimi anni la mostra a Ferrara nel Palazzo degli Estensi "Altrove" (2008). Gli "omini" con cappello, frac e martingala hanno continuato felicemente a sorvolare il paesaggio toscano, a suonare il violino sul mare e sotto i ponti di una Firenze onirica per tutto questo tempo, con innumerevoli mostre, facendosi conoscere anche negli Stati Uniti a New York (Artexpo di New York, 1997) e Seattle. E ancora Sharjah Art Museum Sharjah United Arab Emirates nel 2004, a Riga (Lettonia), in California e a Firenze (Chiesa di San Marco). Nel 2009 realizza il manifesto del Festival della musica del Mediterraneo "Sete Sòis Sete Luas". Nel 2010 mostre personali a Castro Verde in Portogallo e Castril in Spagna. Poi ancora a Salerno, in Corsica (Rencontre d'Art Contemporain de Calvi), a Poltu Quatu (Sardegna) e a Frontignan (Francia). "Questa danza dell'andare ha però come una bussola invisibile. La libera e lieta pittura di Nesi tiene e trasmette alcuni messaggi di ordine etico. La sua leggerezza impedisce di decifrarne i termini precisi, ma l'intera coloratissima girandola di uomini e cose è spinta da un vento che porta delle voci. Forse le voci dell'amore. Forse le voci dell'amicizia. Forse quel corso solidale che si leva dai miliardi di uomini anch'essi affannati e in cammino, sotto il sole o la luna, verso la pace...."
Pier Francesco Listri Dal catalogo “Sulla strada di Venere”, edizioni Polistampa, dell’esposizione a San Donato (FI), 2012.
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