Danilo Fusi


Danilo Fusi (Firenze, 1940) inizia la sua attività presso la cerchia dei ‘giovani pittori’ della storicamente nota Galleria Inquadrature, imboccando fin da subito, la strada di una suntuosa figurazione. La pagina di Fusi, innesta sulla percezione dell’anacronismo, lo straniamento del quotidiano, attraverso l’introduzione dell’elemento incongruo, “anticlassico” e “antigrazioso”: linee rosse, lettere singole, sfumature, che rimangono presenti in tutta la sua ricerca pittorica che non si allontana mai dalla bellezza ricercata delle figure, ma anzi tende proprio a sottolinearla con elementi che le sono di primo acchito estranei.
Tra le molteplici esposizioni, si ricordano: nel 2008 all’Impruneta (Fi) “Omaggio alla bellezza”; nel 2010 “Lucca arte per l’arte” presso il L.U.C.C.A. Sempre nel 2010, assieme a Paolo Staccioli, espone presso Ken’s Art Gallery (Fi). Nel 2011, con Staccioli, “Vagare nel mito” esposizione presso la Sala delle Colonne di Pontassieve.

Il disegno e la pittura di Danilo Fusi pongono al centro l'uomo e la donna, e di loro specialmente il volto, che entro l'impeccabile concatenazione di contorni si raccoglie e viene esaltato nello sguardo. E per non restare prigioniero entro una bravura che potrebbe diventare maniera, Fusi apre alla propria arte vie di fuga, sommesse irregolarità entro una forma che tenta le vie della perfezione: a volte è un segno forte che irrompe la continuità dell'immagine, a volte un inatteso schiarimento o iscurimento, a volte un contorno rosso che profila un particolare dandogli un risalto e un'enfasi al di fuori e al di sopra dell'intorno. E quando Fusi entra in contatto con l'energia delle creature animali, come i suoi bei cavalli, la classicità sapiente del disegno prende andamenti infervorati, e il rosso e il nero delle matite divengono gli strumenti per catturare il movimento della luce. Pur da artista che ha una sua profonda coerenza e una vocazione sicura, lo sentiamo ogni volta - sulle tele e sulle carte - alla ricerca di un rinnovamento di sé, che non teme la rottura e l'imprevisto.


Cristina Acidini
Dal catalogo “Sulla strada di Venere”, edizioni Polistampa, dell’esposizione a San Donato (FI), 2012.